Sunday, September 24, 2023
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Un luogo di fascino e storia, di morte e rinascita. Dopo anni di oblio, grazie all’impegno di Notte di Zucchero – la manifestazione artistica che punta a restituire la “festa dei morti” sui passi della tradizione siciliana – riapre il Cimitero degli Inglesi all’Acquasanta, il “lazzaretto” in via Simone Gulì che fu terreno di sepoltura di alcuni residenti britannici e forestieri del Diciannovesimo secolo. Danneggiato anche dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, utilizzato negli anni ’60 dai ragazzini della borgata come campo da calcio, il piccolo camposanto ospita le lapidi di aristocratici, scrittori, artisti, mercanti, molte donne e anche alcuni bambini di origine inglese che ebbero la sventura di morire lontani dalla loro terra d’origine.

Nato nella borgata dell’Acquasanta come lazzaretto, il cimitero acattolico che ha visto la prima sepoltura nel 1812 riaprirà venerdì 2 novembre. A inaugurare il complesso monumentale palermitano saranno il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore comunale agli Impianti Cimiteriali Gaspare Nicotri e l’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa. E sarà l’associazione Notte di Zucchero, il cui presidente è Giusi Cataldo, a portare non solo alla riapertura del cimitero dell’Acquasanta chiuso e abbandonato ormai da anni, ma anche ad un momento di teatro di straordinario fascino. L’evento inaugurale, che fa parte del programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura, prevede a partire dalle 9.30e fino alle 12 alcune performance incentrate sul tema della memoria. Dopo la presentazione da parte delle autorità, saranno nove i monologhi dedicati alla “festa dei morti”.

Ci saranno Valentina Barresi in “Lu pupu smuzzicatu” di Lina Maria Ugolini, la storia del fantasma di una donna innamorata e di un cavaliere che finirà morsicchiato come un pupo di zucchero, Sebastiana Eriu in “Picciridda stidda” di Francesco Randazzo, il racconto sulla piccola Rosalia Lombardo imbalsamata ai Cappuccini di Palermo, e Sandro Dieli in “I miei morti felici” che racconterà di un bambino che, per la festa dei morti, riceve in regalo una bicicletta. E poi Viviana Lombardo in “La Santuzza” di Cetta Brancato, storia di una Santuzza inedita risvegliata dal suo sonno eterno da un festoso e rumoroso Festino, ma anche Valerio Strati che, dopo la performance ai Rotoli, riproporrà “Incubo” di Fabio Ceraulo anche agli Inglesi.

Tra i monologhi anche quelli di Giuditta Perriera in “Il viaggio in macchina” scritto da Nadia Terranova, racconto tra il ricordo e la nostalgia del caro padre, Marco Cuffaro in “La banda muta” di Gaetano Savatteri, sulla storia di una banda di un paese siciliano che accompagna silenziosamente un funerale, e Stefania Orsola Garello in “Almanacco siciliano delle morti presunte” di Roberto Alajmo, lo scritto che racconta gli ultimi istanti di vita di tante vittime, sia adulti che bambini, consapevoli e no, della mafia. Infine, come per quello di Strati, anche ”Il bello dei morti” di Dora Argento – coordinatore artistico di Notte di Zucchero – sull’attesa ingenua ed entusiasta, ma con un finale consapevole, di un bambino che aspetta i regali dei suoi “morti” durante la notte della vigilia, sarà recitato agli Inglesi.

Intanto il Cimitero dei Rotoli aprirà i cancelli a partire dalle ore 6.30. E Notte di Zucchero porterà proprio all’interno di quel luogo sacro, per la prima volta, le musiche popolari delcoro di voci bianche del teatro dei ragazzi diretto da Pia Tramontana.Nella zona monumentale, lato via Papa Sergio I, il coro accompagnerà l’ingresso delle famiglie al cimitero. Fino alle 11, inoltre, gli attori allievi della Scuola dei Mestieri del Teatro Biondo diretta da Emma Dante, travestiti da “morti di zucchero” si aggireranno tra i viali del cimitero dell’Arenella, recitando degli spoon river siciliani scritti da Giampiero Finocchiaro.Durante la mattinata l’arcivescovo monsignor Corrado Lorefice celebrerà la messa durante la quale benedirà Ninfa, la bambina mummificata scoperta per caso in un antico baule di legno abbandonato per quasi vent’anni in un magazzino del cimitero e alla quale è stato dato il nome di una delle sante protettrici della città.

Un viaggio nella storia dell’isola, attraverso le varie fasi ed epoche della produzione del suo vino. Museo del vino: mostra permanente dei Vini di Sicilia,  Museo Internazionale dell’Etichetta, Mostra del Collezionismo Enologico e una Biblioteca enogastronomica specializzata.
Domenica 11 novembre, dalle 18 a mezzanotte (ultimo turno ore 23). Ticket € 8 (include ingresso e degustazione di un vino siciliano) via del Quattro Aprile, Palazzo Palagonia, Palermo prenotazione obbligatoria: 329.8765958 – 320.7672134 (dalle 9:30 alle 19:30) oppure via mail a: eventi@terradamare.orgwww.terradamare.org/infoline

evento facebook: www.facebook.com/events/261376801247001
Notte al Museo del Vino e della Civiltà Contadina - palermo (5)

In occasione della tradizionale festa di San Martino, 11 novembre 2018, Terradamare cooperativa turistica, in collaborazione con l’associazione Itinerars ed Enoteca Sicilia, organizza le speciali visite serali con degustazione al Museo del Vino, a Palazzo dei Principi di Palagonia. Dalle 18 a mezzanotte, sarà possibile visitare, oltre al Museo del Vino e della Civiltà Contadina, la Mostra Permanente dei Vini di Sicilia, il Museo Internazionale dell’Etichetta,
la Mostra del Collezionismo Enologico e la Biblioteca enogastronomica specializzata: bottiglie storiche con alcuni vini che risalgono alla metà del 1800, etichette (oltre duemila
etichette, tra cui quelle dei primi del Novecento del vino Marsala, prodotto dai Florio, dai Whitaker, dai Woodhouse, quella di fine dell’ Ottocento del vino «Zucco», il moscato di
Montelepre prodotto dal Principe
Ganci, due singolari etichette del Duca di Salaparuta), attrezzi per la vinificazione, cartoline pubblicitarie, manifesti moltissimi altri oggetti legati al tema del vino. Una grande collezione, frutto del lavoro di raccolta minuziosa di Guido Ferla, sommelier professionista ed enogastronomo che ha dedicato la sua vita a tramandare la storia della
cultura enologica di Sicilia.
Un viaggio nella storia dell’isola, attraverso le varie fasi ed epoche della produzione del suo vino.

Appuntamento domenica 11 novembre, dalle 18 a mezzanotte (ultimo turno ore 23) in via del Quattro Aprile, tra Palazzo Steri, Palazzo Abatellis e la Chiesa della Gancia, nei pressi di
Piazza Marina.
Prenotazione obbligatoria, telefonando ai numeri 329.8765958 – 320.7672134 (dalle 9:30 alle 19:30), oppure via mail a: eventi@terradamare.org
Notte al Museo del Vino e della Civiltà Contadina - palermo (1)
Museo del Vino e della Civiltà Contadina. Mostra Permanente dei Vini di Sicilia

Museo del Vino e della Civiltà Contadina. Mostra Permanente dei Vini di Sicilia Il Museo, allestito nelle antiche scuderie del Palazzo dei Principi di Palagonia, in via del Quattro Aprile a Palermo, consente al visitatore di acquisire una conoscenza della produzione
enologica siciliana più significativa, sia mediante wine tasting (A rotazione vengono proposte le tipologie più significative della produzione isolana: Bianchi di Sicilia, Rossi di Sicilia, Moscati,
Passiti, Vini da Meditazione, Marsala), sia con l’ausilio di supporti audiovisivi e telematici. Il Museo occupa i locali che accoglievano le antiche cantine storiche del Palazzo dei Principi di Palagonia, costruito alla fine del 1400. È esposta tutta la produzione storica, risalente agli anni
70/80, e la produzione più significativa attuale, distribuita nei vari locali. Prima Sala – Produzione della Provincia di Palermo; esposizione di francobolli e buste 1° giorno di emissione, cartoline umoristiche, cartoline pubblicitarie, manifesti, etichette, collezione di mignon,
di cavatappi, capsule di spumanti e champagne fiaschi, fiaschette, botticelle e “caratelli” Seconda Sala – Produzione delle Province di Trapani e Agrigento; collezione di etichette siciliane, internazionali e in pannelli tematici, contenitori per il vino, per l’olio e per le granaglie. Infine, una vetrinetta tutta da ammirare con bottiglie storiche risalenti alla metà del 1800 e piccoli strumenti di lavoro di particolare interesse tecnico. Terza Sala – è dedicata interamente alla civiltà contadina, agli attrezzi del mastro bottaio e per la vinificazione, ai mestieri siciliani connessi alla viticultura e a quelli di uso quotidiano nelle case contadine. Quarta Sala – Produzione delle restanti Province. Riproduzioni di “pani – dolci – cibi di Sicilia” tratte dal volume di Giuseppe Coria “Sapori di Sicilia”. L’esposizione viene ulteriormente arricchita da “Il vetro e le sue forme nel vino e dintorni”, collezione di bottiglie in vetro nelle più svariate forme, alcune di esse anche molto antiche. Sui tavoli l´evoluzione grafica nel mondo del vino con particolare riguardo all´editoria e alla pubblicità (documentazione in avvicendamento). Quinta Sala – ln stile “liberty”, dedicata al marsala, ai vini da meditazione e ai vini sperimentali dell´Istituto Regionale della Vite e del Vino. Sesta Sala – dedicata al wine tasting. La biblioteca enogastronomica specializzata (in fase di catalogazione). Settima Sala – sala riservata ad eventuale piccolo shopping.

Il ritratto fotografico come “luogo geometrico di un’esistenza”, immagine che condensa nella testuale “scrittura di luce” tutto il senso e la singolarità della vita di una persona. O di un personaggio.

A questi ultimi è dedicata alla FAM Gallery di Agrigento “Un mondo in salvo”, mostra fotografica di Angelo Pitrone [28 ottobre – 2 dicembre 2018] che, in una intensa, silenziosa e singolare collezione di ritratti in bianco e nero, cattura e restituisce ai visitatori tutto il misterioso carisma di alcuni fra gli intellettuali – artisti, scrittori, registi, fotografi – dell’ultimo Novecento in Italia.

Nel testo che introduce l’esposizione, Salvatore Ferlita, docente di Letteratura alla Kore di Enna e critico letterario, si spinge a una indovinata e arguta lettura metaforica degli scatti di Pitrone, che ai ritratti affianca una lunga esperienza nel campo dei beni culturali. E’ così che “Moravia – scrive Ferlita – diventa una delle colonne del tempio greco: la sua espressione seria, composta rimanda alla compostezza e alla serietà dei classici, di quegli autori che ancora hanno qualcosa da dire; ma col rischio di trasformarsi oggi in un rudere, in una impronta del passato prossimo della nostra letteratura. Camilleri, davanti alla macchina per scrivere, sembra in preda a un processo di levitazione: come se fosse sospeso sui tasti. Lo scatto diventa in qualche modo il correlativo oggettivo della leggerezza dello scrittore empedoclino, della levità della sua scrittura. E Bufalino? È impressionante: assomiglia al calco di se stesso (…). Per non dire di Sciascia: sembra un impiegato del catasto, chino sui suoi quaderni di appunti, poggiati su una pila di libri e, si immagina, vergati con una grafia minuta e chiara (…) Il cipiglio arcigno di Vincenzo Consolo, una sorta di metonimia del suo guardare al degrado, allo scempio dei luoghi e delle coscienze. ‘Fotografare – scritto Susan Sontag – significa appropriarsi della cosa che si fotografa’. Angelo Pitrone – conclude Ferlita – custodisce questo mondo oggi sull’orlo della sparizione, l’ha messo in salvo per noi”.

Ai visitatori il privilegio di accostarsi ai singoli personaggi nella dimensione privata e confidenziale che Pitrone suggerisce con i suoi ritratti. In mostra sono i volti di Simonetta Agnello Hornby, Michelangelo Antonioni, Maria Attanasio, Ugo Attardi, Giuseppe Bonaviri, Sonia Braga, Gesualdo Bufalino, Andrea Camilleri, Bruno Caruso, Matteo Collura, Vincenzo Consolo, Nino De Vita, Natalia Ginzburg, Piero Guccione, Claudio Magris, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Mario Monicelli, Gaetano Savatteri, Ferdinando Scianna, Leonardo Sciascia, Enzo Sellerio, Mario Soldati, Mario Tobino. “Un mondo in salvo” di Angelo Pitrone è visitabile alla FAM Gallery, via Atenea 21, dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20. Chiuso il lunedì. Info www.famgallery.it.

Angelo Pitrone, bio

Agrigento 1955, già fotografo presso la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, Angelo Pitrone ha insegnato Storia e Tecnica della Fotografia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. Si occupa di fotografia da oltre trent’anni, interessandosi soprattutto al paesaggio e ai segni dei luoghi. Da sempre collabora col Centro Culturale Pasolini di Agrigento per la cura delle mostre di fotografia. Ha pubblicato numerosi libri fotografici tra cui: Viaggio nella Sicilia di Pirandello, Palermo Bandita, Pirandello e i luoghi del Caos, I luoghi del romanzo, Solarium, Migranti, Convivio, Linea di terra. Ha esposto in diverse città in Italia e all’estero. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Ha seguito, come fotografo, numerose campagne archeologiche in Sicilia e in Nord-Africa per conto dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, e ne ha curato la documentazione fotografica di numerosi cataloghi ed esposizioni scientifiche.

Subito in marcia immersi nella natura. Ormai un modo sano e lento di godersi il paesaggio e l’ambiente. Si moltiplicano le offerte di percorsi e vie slow, capaci di coniguare veri e propri viaggi, in lunghissime passeggiate che collegano città e centri abitati. L’ultimo, in ordine di nascita (e riscoperta) ma non certo d’importanza, si chiama “Cammino dei Nebrodi” ed è il nome di un percorso che arricchisce la Sicilia di una nuova possibilità di turismo naturalistico lungo i sentieri della famosa Dorsale. Un nuovo logo e una sentieristica che tocca alcuni dei centri più interessanti del Parco dei Nebrodi che verrà inaugurata domani con la prima edizione del Cammino (dal 1 al 4 novembre). Gambe in spalle e via. 

Nato dalla collaborazione di due fra le associazioni naturalistiche più note dell’Isola e delle rispettive guide, Attilio Caldarera di VaicoltrekkingSicilia e Alessandro Licciardello de I Nebrodi, il progetto è finalizzato non solo allo sviluppo del trekking più puro ma anche della possibilità di esplorare i borghi e di vivere le tradizioni insieme alla gente del luogo.

gruppo dorsale 1

“Collaboriamo da anni lungo questo tracciato – spiegano le guide – così abbiamo deciso di unirci per creare un’iniziativa unica che possa davvero essere a fruizione degli amanti della natura incontaminata, all’insegna del turismo sostenibile”

Il percorso del Cammino dei Nebrodi segue in parte il vecchio tracciato della Dorsale, ma anche il Sentiero Italia, con nuove vie trasversali che arricchiscono il trekking con bretelle di collegamento, servizi di ospitalità e una mappa interamente dedicata al percorso.

parco dei nebrodi (1)

Quasi 70 km in prossimità della cresta dell’area protetta più grande della Sicilia con una varietà infinita di paesaggi : boschi maestosi e fittissimi (faggete di Pizzo Fau, Mangalaviti, Serra del Re), rarità botaniche (bosco della Tassita), zone umide di grande interesse e fascino (Lago Maulazzo, Lago Biviere, Laghi Cartolari e Trearie) e spettacolari punti panoramici.

Il tutto partendo da Case Badessa (Tortorici/Floresta) e arrivando presso l’Urio Quattrocchi (Mistretta). Oltre i comuni citati si passa nei territori di Tortorici, Maniace, Randazzo, Galati Mamertino, Longi, Alcara Li Fusi, Militello Rosmarino, Cesarò, San Fratello, Caronia, Capizzi e Santo Stefano di Camastra.

Il depliant con il percorso e le informazioni saranno disponibili sui siti tematici vaicoltrekkingsicilia.cominebrodi.it o ai seguenti numeri telefonici delle guide Attilio Caldarera 3497362863, Alessandro Licciardello 348 5431229.

Torna dal 9 all’11 novembre all’ex Fiera del Mediterraneo, Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, giunta quest’anno alla quinta edizione e inserita tra gli eventi di Palermo Capitale Italiana della cultura 2018.  La tre giorni è promossa dal Comitato di “Fa’ la cosa giusta! Sicilia” e dal Comune di Palermo. Obiettivo: divulgare modalità di consumo e produzione per la tutela dell’ambiente e della salute umana, valorizzare la filiera corta, creare reti imprenditoriali e sociali quanto più attente al benessere dell’individuo e della società, lavorare alla costruzione di comunità eque, solidali e accoglienti.

Finalità ambiziose che nell’anno in cui Palermo è capitale italiana della cultura allargano lo sguardo al Mediterraeo e all’Europa, ospitando leGiornate Europee dell’economia sociale e solidaleorganizzate in collaborazione con Euromed Carrefour – Antenna Europe Direct di Palermo, RIPESS  (Rete Intercontinentale dell’Economia Sociale e Solidale), Refugees WelcomeSolidarius International. Una serie di dibattiti e confronti che porteranno in città rappresentanti della Commissione europea, esperti di numerose Università italiane, esponenti di  gruppi di acquisto solidale e associazioni provenienti da varie parti d’Europa.

Il programma  delle Giornate e della Fiera sarà presentato il 6 novembre alle 10,00 a Villa Niscemi dal sindaco Leoluca Orlando, dal coordinatore di Fa’la Cosa giusta! Sicilia Nino Lo Bello e dai componenti del Comitato organizzatore Silvia Coscienza, Salvatore Cacciola, Giuseppe Notarstefano Giusi Tumminelli.

C’è la bottega della prima donna che in Sicilia si è laureata in Farmacia, a fine Ottocento; e c’è l’ex maresciallo che ha messo a frutto la passione per l’orologeria. Dalla torrefazione che sembra essere immobile nel tempo, all’artigiano che fa nascere mobili di vimini, al laboratorio dove accanto ai mobili veri, se ne costruiscono altri in miniatura; c’è chi sbozza le teste dei pupi come si faceva una volta e chi cuce abiti e intanto suona il mandolino; chi crea borse eccentriche e chi abiti talari…

Bottega Trapani ai calderai

Nascosti nei vicoli del centro o nelle ex borgate fuori dalla città antica. Negozi e botteghe artigiane che da secoli tramandano il mestiere e nuovi creativi che sono tornati a popolare i vecchi quartieri riprendendo e innovando tradizioni che sembravano scomparse. Sarti, ceramisti, cesellatori, tabaccai, erboristi, panifici, pupari, rivenditori di artigiani del cuoio, del tessuto, della carta, cioccolatieri, pupari, ultime osterie e gelaterie familiari: sono il patrimonio commerciale e artigianale, fattivo e senza tempo, di Palermo. Una ricchezza che si affianca a monumenti e siti, né più né meno, e come tale, viene raccontata tramite lo storytelling che è diventato il marchio de Le Vie dei Tesori. Che ha composto una guida cartacea e on line – affidandosi a un comitato di giornalisti e operatori culturali innamorati della propria città – che esprime profondamente l’identità della città, e la rende diversa dalle altre.

 Borsa del Pellegrino

La guida verrà messa on line durante il quinto ed ultimo weekend de Le Vie dei Tesori – il prossimo, dal 2 al 4 novembre: chiunque potrà costruirsi il proprio itinerario, cercando la bottega nascosta accanto al museo, il laboratorio artigianale ai piedi di un antico palazzo. Alcuni dei luoghi saranno aperti anche domenica prossima per partecipare a questo ultimo weekend di festa della città e altri offriranno sconti ai visitatori. Tesori monumentali e tesori umani, insieme, per raccontare la città, mettendo insieme gli occhi e le mani. Subito dopo, stampata, sarà distribuita gratis nei luoghi coinvolti e nella sede de Le Vie dei Tesori.

 trattoria Ferro di cavallo

Una guida in progress – che racchiude i primi cento luoghi scelti liberamente dal comitato formato da Antonella FilippiAlessia FrancoLaura GrimaldiAntonella LombardiPaola NicitaMario PintagroAlli Traina e Alessandra Turrisi, fotografie di Tullio Puglia, con il coordinamento di Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori – che è diretta tanto al cittadino quanto al visitatore; una mappa che tralascia le grandi imprese commerciali che, pur se antiche e di qualità, hanno profondamente innovato sedie stili di vendita, per censire invece luoghi dove si possa fare ancora un’esperienza: tra insegne e arredi storici, personaggi e artigiani con i quali è ancora possibile stringere un rapporto; veri “tesori viventi” – vecchi e giovani – portatori di sapienze e competenze, che diano al visitatore (appassionato o curioso) la possibilità di conoscere una storia attraverso un oggetto o una pietanza. Posti dove puoi vedere, incontrare, conoscere, fare qualcuno o qualcosa di davvero tipico. Luoghi antichi e nuovi dove il tempo scorre ancora lento, scandito più dai tocchi degli scalpellini che dai rombi delle macchine. I vecchi sono gli ultimi che hanno resistito alla crisi, agli anni ciechi della guerra alle pedonalizzazioni, all’arrivo delle grandi catene. I giovani sono tornati in quella città antica che faticosamente ha trovato un nuovo respiro e una nuova vitalità. “Un tour ideale dove un palermitano porterebbe un amico per fargli conoscere i suoi luoghi “segreti”, lontano dai souvenir dozzinali e dalle esperienze standardizzate per turisti”, spiega Laura Anello, presidente dell’associazione le vie dei Tesori. “Un tesoro di artigianalità che anche noi come Museo contribuiamo a conservare”, interviene Emanuela Palmisano a nome del Museo Salinas. Un occhio poi alle insegne storiche: tante, troppe, quelle che sovrastano saracinesche ormai chiuse, ma qualcuna rivive con un’identità commerciale diversa.

Alla guida hanno lavorato:

Antonella Filippi

Alessia Franco

Laura Grimaldi

Antonella Lombardi

Paola Nicita

Mario Pintagro

Alli Traina

Alessandra Turrisi

Progetto e coordinamento: Laura Anello

Segreteria: Viola Vitale e Costanza Ricciardi

Il 31 Ottobre torna quello che ormai è un appuntamento fisso per gli amanti della cultura a Catania: la Giornata Nazionale del Trekking Urbano, iniziativa organizzata dal Comune di Catania e dall’Associazione Culturale e Naturalistica Etna’ngeniousa, giunta quest’anno alla quindicesima edizione, e che coinvolge oltre 50 città su tutto il territorio nazionale.
Nata da un’idea di Siena, questa giornata Giornata ha come obiettivo far riscoprire ai cittadini la propria città con delle passeggiate culturali,  seguendo degli itinerari costruiti anno dopo anno in base ad un tema generale dato dalla città promotrice.
Il tema del 2018 è “Raccontami come mangi e ti dirò chi sei” e Catania per l’occasione ha deciso di farsi in 4, o meglio, in 5: “Catania a 5 sensi”. Un percorso di scoperta del centro storico attraverso i sensi per guardare, respirare, sentire, toccare e soprattutto assaporare Catania tra cultura e tradizione, folclore e conoscenza.
Un Trekking Urbano in cui se ne vedranno delle belle e se ne gusteranno delle buone. Ogni tappa sarà infatti accompagnata dalla degustazione di un dolce tipico della storia etnea gentilmente offerti da alcune attività che hanno deciso di sostenere l’iniziativa.

Per la giornata del 31 Ottobre sono previsti ben 4 tour di “Catania a 5 sensi”, per informazioni e prenotazione contattare
– asso.etnangeniousa@gmail.com
– trekkingurbano.ct@gmail.com
– 338.1441760

SI RINGRAZIANO PER LA COLLABORAZIONE
• Polo Regionale per i Siti Culturali – Catania
• Alessandro Marchese Frutta Martorana
• Myda Scuola di Cucina
• Acqua Fontalba
• Tomarchio – Pasticceria Siciliana
• Coldiretti Catania
• Chiosco Castello Ursino Tino’s – Drink’s & Food
• I Dolci Sapori Antichi – San Giovanni La Punta CT
• Panificio La Pagnotta – Pedara CT
• Cinzia Caminiti Nicotra
• Associazione Mascalucia DOC

COMUNICAZIONE E MARKETING: Loredana Giacolla
FOTO & MEDIA: Salvo Puccio

Associazione Naturalistica e Culturale ETNA ‘NGENIOUSA
recapiti telefonici: 338.1441760 / 333.9119648
www.etnangeniousa.it
www.cataniasotterranea.it
cataniagiovani.wordpress.com

Un’arte che continua a parlare con forza alla realtà contemporanea, quella  dei  pupi, e che unisce nel dialogo e nel confronto tradizioni e  linguaggi sperimentali, ma anche differenti luoghi della città.

Il programma completo del Festival di Morgana – tra gli eventi finanziati da Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 – verrà presentato lunedì 29 ottobre alle  10, al Museo Pasqualino (piazza Antonio Pasqualino, 5). 

Un viaggio lungo ben 43 edizioni (iniziò nel 1975 con il nome di Rassegna di opera dei pupi), che di anno in anno ha assunto un carattere internazionale, coinvolgendo con sempre maggiore intensità compagnie provenienti da tutto il mondo ed eventi collaterali collegati al teatro dei pupi.

Quest’anno, il Festival di Morgana si svolgerà dal 7 all’11 novembre: cinque giorni che ospiteranno oltre trenta spettacolidue prime nazionalisette compagnie di opera dei pupi provenienti da tutta la Sicilia e quattro compagnie internazionali di teatro d’immagine contemporaneo da Francia, Spagna e Irlanda.

Insieme agli spettacoli, all’interno del Festival sono previsti una mostra multimediale sull’opera dei pupi, che integra 5 progetti artistici di innovazione tecnologica con il coinvolgimento di grandi artisti e giovani talenti e Petits Malins, e un ciclo di proiezioni di film di animazione in collaborazione con l’Institut Français di Palermo.

Un’edizione speciale, quest’anno, aperta anche nei luoghi: Palermo diventerà un vero e proprio teatro diffuso, che, insieme al Museo delle marionette Antonio Pasqualino, include altri sette luoghi-simbolo della presenza del teatro dei pupi in città: la Chiesa S.S. Euno e Giuliano, Palazzo Alliata di Villafranca, Palazzo Riso, Palazzo delle Aquile, Palazzo Butera, il Teatro Carlo Magno, il Teatro Ditirammu.

La brouille 1

“Questa edizione del Festival di Morgana è stata concepita, alla luce dei tempi che viviamo, come un abbraccio virtuale che racchiude diverse realtà – dice il direttore, Rosario Perricone – in nome del dialogo, della tradizione e della sperimentazione di cui da sempre il teatro dei pupi e il museo che dirigo si fanno portatori”.

Organizzata dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, la XLIII edizione del Festival di Morgana è realizzata in collaborazione con: Comune di Palermo; Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018; Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo; Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana; Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Direzione generale Spettacolo dal Vivo; Instituto Cervantes di Palermo; Institut français Palermo; Fondazione Arte e Cultura.

Direttore Rosario Perricone; Organizzazione Maria Fasino e Floriana Sciumè; Promozione e comunicazione Monica Campo e Chiara Vaglica; Amministrazione Maria Teresa Gnoffo e Daniela Casamento; Allestimenti tecnici Francesco Cutrona, Giusi Seggio e Paolo Benfante; Service audio/luci Gano Scancarello e Francesco Scancarello; Riprese audio video foto Francesco e Giancarlo La Bruna; Progetto grafico Cristina Stassi.

Anno di grazia, 1891: Ignazio Florio veste i panni del mecenate e dona 200 mila lire – una somma ingente per i tempi – e un fabbricato di sua proprietà alle falde di Montepellegrino, alla Scuola Municipale per Ciechi, nata dalle ceneri dell’ex Confraternita dei Ciechi dell’immacolata Concezione, fondata dal gesuita padre Francesco Drago alla fine del 1600. I nobili, lo dice la storia, promettono e spesso non mantengono: non fu così per Ignazio Florio che tre anni dopo, donò Villa del Pigno – prima industria chimica, avviata dal francese Agostino Porry con gli industriali Ingham e Vincenzo Florio; poi, fabbrica di candele, poi filanda e tessoria, come si scopre dagli antichi lavatoi –  alla Scuola, a cui si aggiunse una monumentale eredità dalla mecenate (cieca) donna Francesca Salamone da Mistretta,  prozia dello storico ed etnologo Pasquale Salamone Marino. Nasceva così l’Istituto per Ciechi Florio-Salamone, che poteva contare su un’ampia villa con diversi fabbricati attorno, e un giardino di 15 mila metri quadrati. All’interno, una sala concerti con foyer e palco reale, una cappella e dei saloni eleganti; particolarmente interessante, è l’organo che, da come è sistemato, permette la diffusione della musica in due sale contemporaneamente.

L’Istituto Florio Salamone è una vera scoperta, ed è uno dei luoghi inediti del percorso di quest’anno de Le Vie dei Tesori che avvia domani (venerdì 26 ottobre) il suo quarto e penultimo weekend: le visite alla scoperta delle foto sbiadite dei Florio, della biblioteca con i libri in Braille e i locali, è condotta anche da un gruppo di ospiti dell’Istituto.

Sempre fuori dal centro cittadino, e poco lontano dall’Istituto, riapre i battenti questo fine settimana Villa De Gregorio a due passi dall’Arsenale: in questi salotti, fiorì l’amore tra l’ammiraglio Nelson e la giovane lady Hamilton, ma passarono anche a personaggi come il maestro di cappella Benedetto Baldi e il compositore Richard Wagner, quando non era rinchiuso in una delle stanze dell’Hotel des Palmes. E’ aperto solo sabato dalle 10 alle 17,20. Questo weekend riapre anche il giardino di Villa Tasca (solo su prenotazione www.leviedeitesori.it) che ha disseminato viali e bordure con i cloni pop ecologici del Satiro Danzante creati da ArtFicial in pasta di mais.

Un altare barocco in una struttura di inizio ‘900: si trova all’Istituto Gonzaga dove saranno gli stessi studenti a raccontare ai visitatori de Le Vie dei Tesori come mai la Cappella San Giuseppe, costruita dal 1921, per volere del superiore dei Gesuiti padre Pasquale Borrello, abbia accolto tre altari barocchi in marmo policromo della chiesa di Santa Maria della Grotta, parte del Collegio Massimo dei Gesuiti in via Toledo (oggi corso Vittorio Emanuele) che, a causa delle leggi anticlericali borboniche (1767) e sabaude (1866), venne prima confiscata alla Compagnia e poi gradualmente smantellata per diventare l’accesso all’ attuale Biblioteca regionale. Per fortuna gli altari barocchi si salvarono dalla demolizione: sono visitabili con lo straordinario Fondo Antico di 24 mila volumi della Compagnia di Gesù, composto da preziosi incunaboli, antifonari/manoscritti, itinerarium Rosaliae.

palazzo Oneto di Sperlinga

Restano chiusi, rispetto al programma, la cappella dei Falegnami (per un problema di infiltrazioni d’acqua), la chiesa degli Agonizzanti, l’Oratorio di Santa Maria La Savona tra i luoghi di Itinerario contemporaneo. Riapre il Miqveh ebraico ma solo su prenotazione; riaprono anche le sorgenti del Gabriele e, la domenica,Villa Whitaker. A Palazzo Sant’Elia è in corso la mostra sui cento capolavori dalle residenze imperiali russe: chi entra con i coupon de le Vie dei Tesori, otterrà un biglietto ridotto per l’esposizione.

UNA TRISTE “FARFALLA DI MORTE”. Sangue e passione nella Palermo cinquecentesca, dove il vicerè Marcantonio Colonna si innamorò perdutamente di donna Eufrosina Siragusa Valdaura, baronessa del Miserendino. La nobile società dei tempi mormora sui due amanti – che avevano un’alcova a Porta Nuova – ma approva, Colonna taglia corto e fa uccidere sia il suocero che il marito della bellissima amante, a cui dona persino una fontana a forma di sirena con le sue fattezze, andata perduta durante i moti rivoluzionari; fino a quando il vicerè non viene pugnalato durante un viaggio verso la Spagna. Donna Eufrosina cerca riparo dalla vedova del vicerè che le fa sposare in quattro e quattr’otto il nobile romano Lelio Massimo. Ma i figli di primo letto di lui non accettano la matrigna scandalosa e la uccidono a colpi di archibugio la seconda notte di nozze. Lelio Massimo, innamorato da sempre di Eufrosina, morirà di crepacuore poco dopo. A distanza di oltre mezzo millennio, un pro pro nipote del nobile romano, l’artista italolondinese Cesare Massimo, espone in quella che fu la casa paterna  di Eufrosina – palazzo Siragusa Valdaura, oggi Oneto di Sperlinga – un’opera che rappresenta una figura femminile di grande potenza e drammaticità, in ricordo della nobile baronessa di Miserendino, definita da Sciascia “farfalla di morte”. L’inaugurazione dell’opera “Multititled” – piccolo light box, poggiato a terra, che diffonde una gradazione di luci e ombre e ospita un disegno che fonde elementi iconografici classici della cultura indù a richiami contemporanei –  sarà domani (venerdì) alle 18,30, all’interno dell’”Itinerario contemporaneo” che Paola Nicita ha costruito per Le Vie dei Tesori. Grazie a Roberto Bilotti e a Cesira Palmeri, palazzo Oneto di Sperlinga è stato sottoposto ad un impegnativo restauro ed è diventato uno dei luoghi dell’arte contemporanea della città. All’interno dell’Itinerario, i lavori degli studenti dell’Accademia di Belle Arti, e degli ospiti della Casa Terapeutica assistita (CTA) Karol che si occupa di pazienti psichiatrici. Nello stesso circuito – aperto dalle 18 alle 22 nei weekend del festival e visitabile con i coupon – anche la collettiva di Minimum Studio su saggi e romanzi sull’amore, a cura di Magali Avezou e archipelago project; il progetto di Isabella Ducrot ai Magazzini di tessuti ParlatoCasa Spazio che accoglie le proposte dei colleghi marchigiani di Casa Sponge e Le Mosche che continua nelle sue “indagini” sul corpo.

DICIOTTO LUOGHI SU PRENOTAZIONE. Difficile ormai trovare posto, soprattutto in alcuni siti: è sold out dalla prima ora, il carcere Ucciardone. Si riesce a fatica a partecipare al secondo itinerario dentro l’aeroporto di Boccadifalco, ma non ci sono più posti per le visite aeree sul Piper; aperti la catacomba di San Michele Arcangelo, sotto Casa Professa, dove nicchie e cappelle raccontano storie inverosimili; Palazzo Branciforte con il suo Monte di Pietà restaurato da Gae Aulenti; Palazzo Utveggio, nel cuore elegante della città, disegnato dal Basile; lo Stand Florio (solo domenica), i depositi della GAM (sabato e domenica, mattina e pomeriggio); il Grand Hotel Piazza Borsa (solo la domenica, dalle 10,45 alle 17,30), la fabbrica di Anice Tutone (sabato e domenica).

 

Domani sera (venerdì) dalle 19 si potrà anche partecipare ad una delle gettonatissime  “visite guidate d’autore” seguita da una  degustazione di vino Planeta, stavolta ospitata nel bellissimo Palazzo Asmundo, nei saloni affacciati sulla Cattedrale, tra arredi d’epoca e nobili collezioni. Contributo 7 euro. Sempre Palazzo Asmundo ospita, ogni sabato, le cene da “gattopardi” per sole 40 persone. Su prenotazione su www.leviedeitesori.com.

 

LE PASSEGGIATE. Questo weekend le passeggiate de Le Vie dei Tesori scopriranno l’antico fiume della città, quel Kemonia che una storia tutta da raccontare; poi si camminerà lungo il Cassaro per scoprire  i “Cappidduzzi” o le “Marunnuzze”, le minuscole edicole votive curate dagli abitanti dei quartieri; sabato sera, alle 21, si verrà invece a sapere che Palermo spagnola aveva un sacco di porte… quella del carbone, quella dei pesci, quella del legno … Le passeggiate si svolgono tutte sabato e domenica, solo su prenotazione sul sito www.leviedeitesori.it

KIDS… con la family card. Se si hanno dei bambini, allora si deve avere la family card, che si acquista in tutti gli hub, ma anche online e nei cinque luoghi – chiesa dell’Origlione, Palazzo Asmundo, Teatro Biondo, Archivio comunale ed ex Mulino di Sant’Antonino – dedicati alle famiglie. La card di Palermo Babyplanner.it non segue un circuito obbligatorio e non scade, ognuno può scegliere l’itinerario che preferisce e spezzettarla nei tre weekend ancora a disposizione. I luoghi chiudono alle 18, tranne il Teatro Biondo che serra le porte alle 15. Nelle piazze Castelnuovo, Marina, Bellini e Verdi, ci saranno 4 gazebo dove bambini e ragazzi potranno partecipare a laboratori su Teatro dei Pupi, palazzi del ‘700, la scuola dei Serpotta e le maioliche.

Le Vie dei Tesori è la più grande manifestazione dedicata alla promozione del patrimonio culturale della città, sotto l’egida delle più alte istituzioni dello Stato (Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, ministero dei Beni Culturali). Quest’anno il Festival è inserito nelle manifestazioni a massimo richiamo turistico dell’assessorato regionale al Turismo, è direttamente promosso dell’assessorato regionale ai Beni culturali, incluso nelle manifestazioni dell’Anno europeo del Patrimonio e nel programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura.

Ogni nobile famiglia aveva la sua monaca: spesso la fanciulla prendeva il velo per lasciare integra l’eredità di casa per il primogenito o la sorella maggiore. La cerimonia che la voleva “sposa in Cristo” era molto commovente e da quel momento iniziava per la giovane, una vita da reclusa. Uno dei pochissimi svaghi delle religiose era seguire la festa di Sant’Agata. Le monache benedettine di San Giuliano salivano sul loggiato che abbracciava la cupola e si affacciava su via Crociferi e da lassù aspettavano la processione che procedeva da via Sangiuliano. Domenica prossima (28 ottobre) e quella successiva, soltanto dalle 10 alle 13 (turni di 20 visitatori ogni mezz’ora, solo su prenotazione www.leviedeitesori.it), sarà possibile salire all’inaccessibile cantoria della chiesa di San Giuliano e da lassù, sulla cupola, seguendo l’antico percorso delle religiose.

Sarà soltanto uno dei bellissimi viaggi narrati de Le Vie dei Tesori – dopo il successo dello scorso weekend catanese con 3500 visitatori – ritorna questo fine settimana ad aprire 32 luoghi della città etnea, in sinergia con il Comune, la Diocesi, la Soprintendenza, l’Università e il Polo museale regionale, l’Esercito, e con l’aiuto della Wondertime, partner del progetto, delle guide di Etna ‘Ngeniousa, degli studenti dell’Istituto Concetto Marchesi di Mascalucia, e del gruppo Disum. Si acquista  un unico coupon – da 10 euro per 10 visite guidate; da 5 euro per 4 visite guidate, un solo ingresso costa 2 euro – . Sono stati anche scelti sei luoghi cui si potrà accedere su prenotazione (coupon da 3 euro) su www.leviedeitesori.it.

Ritorniamo ai siti: chi invece vuole percorrere il camminamento sopra Porta Uzeda, può farlo sia questo sabato (27 ottobre) che il prossimo dalle 9,30 alle 13. E non tralasciate il Museo Diocesano che racconta la storia della Chiesa etnea, tra argenti, paramenti, pitture, sculture e preziosi documenti, pezzi intarsiati e cesellati, gli ex voto per Sant’Agata, ma anche oggetti assolutamente laici, come lo spadaccino trovato nel sarcofago di Ludovico II d’Aragona. Anche in questo caso si visita su prenotazione, ogni 45 minuti, www.leviedeitesori.it. Sin da domani sarà invece possibile entrare nelle cucine e nelle dispense dell’antico monastero di San Nicolò L’Arena, gestito da Officine Culturali, un complesso dell’Ordine tra i più grandi d’Europa, oggi riconosciuto Patrimonio dell’Umanità. Par di vedere i cuochi affaccendati attorno all’enorme piano cottura decorato con vivaci ceramiche … Visitabile soltanto questa settimana, venerdì e sabato, un solo turno di visita, alle 16. Sempre su prenotazione.

CT - Monastero dei Benedettini @Salvo Puccio e Claudia Cantale

CT – Monastero dei Benedettini @Salvo Puccio e Claudia Cantale

I FALSI D’AUTORE E LE CARTE GEOGRAFICHE DI SARTORIUS ALL’UNIVERSITA’.

Anno di grazia 1939: a Mussolini giungevano da un mecenate, sette ritratti su tondi di terracotta in stile ellenistico che il povero e inconsapevole donatore aveva acquistato sul mercato antiquario, pagandoli anche una cifra considerevole. Ma si sa, il Duce in quegli anni era nel cuore di chi voleva mettersi in prima fila, e il mecenate non rivelò che i pezzi erano giunti in maniera abbastanza accidentata. Mussolini dopo pochi mesi intimò al ministro dell’Educazione nazionale Bottai di donare i reperti al Museo di Napoli: ma gli archeologi insorsero  e, da lì ad un anno e dopo numerose analisi, si scoprì che i pezzi erano sicuramente non autentici, dovuti all’abile mano di tal Antonino Biondi, di professione, appunto, … falsario e ricettatore. E alla sua celebre abilità nel riprodurre, si devono anche altri “falsi d’autore” di proprietà del Museo dell’Università di Catania, copie di reperti da cui venivano tratte numerose riproduzioni perfette con la tecnica del “surmoulage” e che oggi sono inseriti nella collezione “Libertini”. Vedere questi ed altri pezzi “falsi” sarà un’opportunità straordinaria da non perdere. L’Università di Catania soltanto domani (venerdì 26) e sabato apre infatti le porte dei suoi siti, dalle 10 alle 17,30: il palazzo Centrale, le collezioni di Scienze della Terra, il Museo di rappresentazione di Villa Zingali Tetto, l’Orto Botanico e l’Archivio storico. Con una sorpresa, costruita proprio per i visitatori de Le Vie dei Tesori: al Palazzo Centrale saranno condensati pezzi dalle collezioni universitarie di solito raccolte in altre sedi: e tra questi, appunto, i “falsi d’autore” del Museo di archeologia, che ingannarono gli esperti di Mussolini (ma non i tombaroli di Centuripe); esposte anche alcune gemme straordinariamente “false”; strumenti antichi dalla collezione di Fisica; le tavole anatomiche, occultate durante la Seconda guerra mondiale per evitare che venissero trafugate, e riscoperte negli anni ‘60, oggi parte della sezione di Biologia e anatomia umana “Lorenzo Bianchi”. Saranno anche esposte per la prima volta quattro stampe di Wolfgang Sartorius von Waltershausen, geologo tedesco innamorato dell’Etna che a fine ‘800 passò quarant’anni a studiare il vulcano e ne realizzò la prima carta geologica in assoluto. Altre sette stampe – ma la collezione universitaria ne corta in tutto un’ottantina che saranno esposte in un futuro – faranno parte delle collezioni di Scienze della Terra. Siete appassionati di mineralogia, petrografia, vulcanologia, paleontologia, geofisica o geochimica? o soltanto curiosi? Queste collezioni fanno per voi. Saranno raccontate dagli stessi ricercatori del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Ateneo. Scoperte e rivelazioni, non solo per studenti e addetti ai lavori: tra rocce, ambre  e reperti, affiora la storia dell’Isola. E, a sorpresa, appaiono i resti fossili dei mammiferi quaternari siciliani e un esemplare intero dell’elefantino nano Elephas falconeri.

Il percorso all’interno dell’Università può quindi proseguire con il Museo di Rappresentazione di Villa Zingali Tetto, gioiello del Liberty catanese, progettato dall’architetto Paolo Lanzerotti. L’edificio, a più piani e con terrazze che si affacciano lungo tutta la via Etnea, era stato voluto da un ricco e solitario avvocato che abitava da solo, ma da alcuni decenni è passato all’Ateneo. Espone una collezione, gestita dal dipartimento di Ingegneria civile e Architettura, con i progetti dell’architetto catanese Francesco Fichera, e le incisioni settecentesche di Giovan Battista Piranesi. Se invece vi volete perdere nell’hortussiculus, tra le piante spontanee siciliane, alcune veramente molto rare, non potete perdere la visita all’antico Orto Botanico, pensato sin dal 1788 ma allestito ad inizio ‘800 su un’area di circa 16 mila metri quadrati. Chiudiamo con l’Archivio Storico dove rivive la storia dell’Università etnea, che vanta il primato di essere la più antica di Sicilia. La sua costituzione ufficiale si fa risalire al 1444 e l’anno successivo iniziarono le prime lezioni di Teologia, Diritto, Medicina, Filosofia, Logica, Matematica e Arti liberali. Sempre in concorrenza con le Università di Messina e Palermo, l’Ateneo riuscì sempre, nel corso dei secoli, a conservare un ruolo importante. Sugli scaffali sono riposti antichi libri e documenti, stampe e testimonianze, dal XVII al XX secolo.

 

VISITE D’AUTORE CON DEGUSTAZIONE. Cultura è un’esperienza “sensoriale, olfattiva, di gusto”. Ne è convinta Planeta, l’azienda vinicola  partner quest’anno de Le Vie dei Tesori con il progetto “Planeta e i tesori”, che ha già ottenuto un successo bellissimo, sia nelle altre province siciliane, sia a Palermo dove è tuttora in corso. Il venerdì – domani a Palazzo Asmundo di Gisira e il prossimo a Palazzo Biscari –  alle 19,  quando le code saranno terminate e il pubblico pian piano scemato, si potrà partecipare prima a una visita guidata speciale condotta da un esperto o dal padrone di casa, e poi alla degustazione di vini Planeta guidata da un enologo. Contributo: 7 euro.

Porta Uzeda

Porta Uzeda

A Palermo Le Vie dei Tesori è la più grande manifestazione dedicata alla promozione del patrimonio culturale della città, sotto l’egida negli anni delle più alte istituzioni dello Stato (Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, ministero dei Beni Culturali). Quest’anno il Festival è inserito nelle manifestazioni a massimo richiamo turistico dell’assessorato regionale al Turismo, è iniziativa direttamente promossa dell’assessorato regionale ai Beni culturali, è incluso nelle manifestazioni dell’Anno europeo del Patrimonio culturale e nel programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. A marzo il festival è stato scelto dai giornalisti della stampa turistica come esempio di creatività: e ha vinto così i #Winning Ideas Outdoor Awards, assegnati durante l’Outdoor Expo di Bologna.

CT - san Giuliano via Crociferi

CT – san Giuliano via Crociferi